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LULU

LULU
Ora che so | Now I know

Nel dialogo tra uomo e natura vi è sempre più l’urgenza di un’educazione geografica innovativa, connotata come autocoscienza della Terra, speranza che iconograficamente rifugio in modo particolare nell’azione della donna basandomi oltre che su una mia convinzione, su una ricerca della Utah State University che ha indagato sulla relazione tra ecosostenibilità e percezione della femminilità, conducendo sette esperimenti su un campione di oltre 2000 partecipanti americani e cinesi da questa ricerca è emerso che sia le donne che gli uomini, percepiscono prodotti, comportamenti e consumi eco-compatibili come più femminili; ed è questa la ragione per la quale i soggetti ripresi sono di sesso femminile di età ed etnia differente, nel progetto queste figure assumono simbolicamente il ruolo di testimonial di una presa di coscienza globale diventando delle contemporanee madonne alle quali affido la speranza di un cambiamento. Definirei questo lavoro un working progress davanti al quale non vorrei porre limiti di soggetti e tempo; ad oggi sono state da me fotografate cinque persone. Il lavoro fotografico è partito dal trittico realizzato a Lulu’, una giovane cinese, che con il suo volto va a rappresentare uno dei paesi che avuto un impatto pesantemente negativo sull’ambiente ma che proprio in questi ultimi anni ha intrapreso importanti azioni di recupero. Proprio dal mio primo soggetto prende il nome il lavoro fotografico. Il pizzo, background di scena, è parte integrante di tutto il processo creativo (tanto da diventare in sede espositiva una specie di reliquia, il tessuto diventa, con le sue trame fatte di fori formati dalla rimozione di fili o stoffa, metafora necessità di andare oltre al ruolo di distaccati osservatori.

Attraverso questo progetto voglio trasmettere come sia necessario per il futuro stesso dell’umanità, muovere un primo passo verso un dialogo per diventare «coscienti» l’ambiente mai come oggi è diventato una priorità.

BIOGRAFIA

Fotografa. Diplomata in ​Arte e Comunicazione Visiva.
Il lavoro fotografico di Paola Rizzi si divide in una parte personale e un’altra commissionata. Paola, crea come dice lei stessa, delle illusioni basate sulla realtà distorcendo la normale percezione.
Il suo lavoro esplora i temi dell’identità individuale e sociale, ma l’ambiente è diventato negli anni l’aspetto rilevante nella sua ricerca fotografica.
Per realizzare i suoi progetti utilizza tecniche diverse che decide spesso alla fine del processo creativo. Lavora principalmente con la fotografia e l’installazione. Appassionata e specializzata in iphonografia porta avanti da anni una ricerca fotografica attraverso l’uso di questo oggetto quotidiano che l’ha portata a realizzare alla Galleria Civico 8 di Vigevano “Project 365” , installazione fotografica sospesa composta da 365 scatti, uno al giorno.
I suoi lavori sono stati esposti in mostre collettive e personali in Italia e all’estero: Pechino Biennale Italia Cina, Roma, Torino, Trieste, Venezia, Slovenia, Cormons , Biennale di Genova, Photissima Art Fair Torino, Milano Photofestival , Foto Festival di Rosignano, Paratissima Torino, Roma.
Ha esposto la sua personale “ Io sono qui” a Milano sotto la curatela di Paola Riccardi.
Ha ottenuto premi e riconoscimenti in diversi contest internazionali (Urban BWA BlackandWhite Roma, Lynx, Mifa, IPA, Tokyo Award). Vincitrice del Premio Portfolio Sirene 2020 con il progetto sull’elettrosensibilita “Costellazioni Personali”
Presente tra i 17 fotografi selezionati per il progetto legato alla commemorazione dei 50 anni della strage di Piazza Fontana 17 GRAFFI, ideatrice e curatrice, insieme al collega Mauro Pinotti, del progetto fotografico sociale IO SONO IL FUTURO finalizzato a piantare alberi in aree destinate al recupero.